Menu principale:
IL NARCISISMO SANO E PATOLOGICO
Teoria dell’arresto evolutivo
La singolarità e la grandezza del pensiero di Heinz Kohut, unite alle implicazioni cliniche, costituiscono uno dei pilastri fondamentali degli studi psicoanalitici contemporanei sul disturbo narcisistico di personalità. Kohut dà corpo a una teoria psicoanalitica del Sé basandosi sulla sua analisi del narcisismo.
Egli ribalta le concezioni classiche, considerando la dimensione narcisistica della personalità prevalentemente nei suoi aspetti sani e adattivi, il “collante psichico” che tiene unito il Sé nelle fasi precoci dello sviluppo. L’apporto narcisistico fornisce il carburante necessario alla costituzione delle strutture psichiche (…).
Kohut propone un nuovo approccio al trattamento psicoanalitico dei disturbi narcisistici, derivante da acute osservazioni cliniche e da rivoluzionarie intuizioni teoriche. Il tema del narcisismo assume quindi nell’opera di Kohut piena centralità, sia in ambito clinico che metapsicologico.
Il narcisismo, nel suo versante patologico, scaturisce da una fissazione a un Sé grandioso arcaico, causata da un blocco di sviluppo a uno stadio in cui necessitano determinate risposte empatiche parentali per la formazione di un Sé equilibrato. In seguito a una serie di fallimenti ambientali precoci, il Sé resta congelato a una configurazione primitiva, non strutturata.
Kohut utilizza e rielabora il costrutto freudiano di “narcisismo primario” per definire l’evoluzione del Sé narcisistico infantile. Il bambino cercherebbe di salvaguardare la perfezione perduta dell’infanzia attraverso la costruzione di due strutture narcisistiche: il “Sé grandioso-esibizionistico” e la “imago parentale idealizzata”, che andranno a formare il Sé bipolare (…).
Il “Sé grandioso” si manifesta sotto forma di esibizionismo, ambizioni e relative fantasie grandiose.
L’esibizionismo arcaico è una dimensione narcisistica assoluta, in cui tutta l’enfasi è concentrata sul Sé. In condizioni ambientali ottimali, l’oggetto parentale conferma inizialmente il piacere narcisistico del bambino.
Solo in seguito, attraverso graduali frustrazioni, l’esibizionismo primitivo verrà desessualizzato e subordinato ad attività rivolte a una meta. Se invece l’oggetto rifiuta di partecipare alle manifestazioni di esibizionismo infantile, si genera un accumulo di tensione narcisistica, seguita da modalità abnormi di scarica (…).
Come Freud (1917) stesso afferma, “se un uomo è stato il beniamino incontestato della madre, conserva poi per tutta la vita quel sentire da conquistatore, quella fiducia nel successo che non di rado trascina davvero il successo con sé”.
La mancanza di risposte speculari di approvazione da parte della madre impedisce il superamento dell’investimento narcisistico arcaico del Sé grandioso, che non viene così integrato con la personalità matura (…). Solo lo “sguardo coesivo” della madre, trasmettendo un messaggio di calore e di accoglimento, permette al bambino di costruire un’immagine coerente del Sé (…).
La seconda configurazione narcisistica, la “imago parentale idealizzata”, è personificata dalle figure genitoriali, su cui il bambino proietta il potere, la perfezione e la bontà originari. L’idealizzazione della figura parentale assume, nell’ottica di Kohut, una valenza narcisistica, in quanto il bambino arriva a identificarsi con l’oggetto idealizzato. L’immagine interiorizzata di perfezione andrà a modellare la struttura dell’Ideale dell’Io che, con i suoi valori, rappresenta una guida interiore, che spinge l’Io alla realizzazione (…).
Grazie alla responsività della madre verso le propensioni innate del bambino, le due configurazioni narcisistiche arcaiche si trasformano gradualmente nelle organizzazioni strutturali stabili che andranno a formare la personalità matura.
Il disturbo narcisistico trae pertanto origine da un deficit della funzione empatica materna e da un mancato sviluppo dei processi di idealizzazione (…).
Le trasformazioni del narcisismo patologico
Lo scopo primario perseguito da Kohut nella cura psicoanalitica dei pazienti narcisistici non è quello di cancellare totalmente il narcisismo dal nucleo della personalità, ma di convertirlo in contenuti ideativi concreti. Il narcisismo va solo trasformato e non abbandonato del tutto, essendo una forza psicologica potente che, se integrata con gli scopi adulti della personalità, permette il dispiegarsi di energie costruttive. Affinché tale obiettivo si realizzi, il paziente va aiutato a raggiungere una maggiore coesione del Sé e a superare il bisogno di oggetti-sé arcaici, dirottando il suo interesse verso oggetti-sé più maturi. L’evoluzione da forme primitive a forme maggiormente evolute di narcisismo coesiste quindi con lo sviluppo di nuove modalità relazionali.
Il Sé grandioso infantile, all’origine del transfert speculare, deve diventare il movente di ambizioni e scopi realistici.
L’imago parentale idealizzata, fonte del transfert idealizzante, va invece inglobata nell’Io e nel Super-io del paziente, per dar vita a un bagaglio personale di valori e ideali.
L’Io del paziente, ora integrato, può trasformare le energie narcisistiche arcaiche in configurazioni psichiche differenziate, al fine di raggiungere le realizzazioni più elevate in ambito socioculturale (…).
Dall’esame delle configurazioni psichiche più evolute, emerge come l’Io, attraverso il processo analitico, possa giungere a prendere possesso degli investimenti narcisistici arcaici per impiegarli in scopi più maturi. La trasformazione delle strutture narcisistiche patologiche e la loro integrazione nella personalità sono reputate da Kohut come il più autentico risultato terapeutico.
La valenza rivoluzionaria del pensiero di Kohut nell’ambito degli studi sulla natura e sul trattamento del disturbo narcisistico deriva essenzialmente dalla sua visione ottimistica e positiva. In forte opposizione al contesto scientifico e religioso che vede nel narcisismo una pericolosa reazione difensiva, Kohut ne rivaluta il suo potenziale adattivo. Egli considera il narcisismo sano, non perturbato da esperienze precoci deprivanti, come un insieme complesso di funzioni psichiche, una continua sorgente di ambizioni e di progresso (…).
Il narcisismo si configura come un aspetto talmente sostanziale all’interno della personalità da non poter essere ignorato né represso, essendo portatore di un enorme potenziale creativo. Si tratta di un’affermazione fondamentale perché sottolinea la centralità della dimensione narcisistica nella dinamica psichica ed esistenziale dell’individuo. Il narcisismo è un elemento determinante ed ineliminabile nello sviluppo della personalità, in quanto consente la formazione e il mantenimento di un’identità unica e inconfondibile.
La linea di continuità tracciata da Kohut tra narcisismo normale e patologico suffraga l’idea centrale di questo saggio, secondo cui il confine tra narcisismo come entità metapsicologica e disturbo narcisistico di personalità appare molto labile, essendo la componente patologica del narcisismo una semplice deviazione da un cammino evolutivo sostanzialmente integro.
La dimensione narcisistica della personalità assume una valenza universale, e non esclusivamente patologica, nello sviluppo di un Sé maturo e coeso, in stretta interazione con l’ambiente circostante.
Tratto dal libro: “La Seduzione di Narciso”, di Arianna Nardulli, edizioni Psiconline, 2006 (su concessione dell'Editore).